"Ed ecco la mia vita
Giunta sino all’orlo
Come un vaso d’alabastro
Infrango innanzi a Te
"

Boris Pasternák

dovendo passare lì in mezzo, avrebbe trovato tutta questa resistenza umana e logistica…Tutti (o quasi) bardati di mascherina, tutti con lo sguardo perso dietro a qualche cosa desiderata e in attesa di poterla comperare, tutto così accuratamente occupato ed ingombrato di carnalità roteante che mi sono detta: “è Natale?”
O meglio: “dove hanno messo il Natale?”
Che ci ammassiamo a fare se poi, lui, il Natale è scomparso?
Niente di più di un black Friday gigantesco, verso il solstizio d’Inverno.
Le parole ‘bontà’, ‘generosità’, ’pietà per il prossimo’, ‘offerte per i bisognosi’, tutto quanto pare servire alla causa di trasformare il Natale, la venuta di Cristo, in un incubo per cui il Bambino, che è Dio, potrebbe anche sparire benissimo del tutto, se l’uomo non avesse sempre bisogno di una personalità che lo stimoli, una qualche immagine di spicco.
Tra il putiferio di persone scatenate alla ricerca del regalo o regalino a seconda delle proprie finanze, la questione dirimente di tutto il correre di qua e di là sarebbe Gesù…
Un Gesù che richiede di pronunciarci per Lui, internamente ed esternamente, e che fa dipendere da questo, non la riuscita del pranzo di Natale o della disneyana messa in pista di luci e luminarie, ma la salvezza.
“La scelta di amarLo più del padre o della madre, del figlio o della figlia, intende la Sua persona concreta e significa il dono personale di sé.
Il cristianesimo non è una teoria della Verità o un’interpretazione della vita.
È anche questo, certo, ma non consiste in questo il suo nucleo essenziale”. Così Romano Guardini.
E, sempre Guardini, “l’essenziale è costituito da Gesù di Nazaret, dalla sua concreta esistenza, dalla sua opera, dal suo destino, cioè da una personalità storica. Non l’Umanità o l’umano in senso generico divengono importanti, ma questa persona.
È questa persona che determina tutto il resto, tanto più profondamente ed intensamente quanto più intensa è la relazione. Chiunque ama qualcun altro su questa terra sa che tutto, mondo, destino, compito si attua attraverso la persona amata; essa è come contenuta in tutto, tutto ce la fa ricordare, a tutto essa dà un senso.
Nell’esperienza di un grande amore tutto il mondo si raccoglie nel rapporto io-Tu, e tutto ciò che accade diviene avvenimento nel suo ambito”.
Mentre è casuale l’oggetto umano dei nostri amori, anche se da questa casualità deriva il suo diventare centro focale della vita, il punto focale costituito dalla nascita del Verbo Bambino a Betlemme, per usare ancora le parole di Guardini, “non è una possibilità lasciata al libero accadere emotivo, come lo svegliarsi di un’attrazione umana, ma è una vera e propria ‘esigenza posta alla coscienza’.
Se accettare una legge generale che si sia dimostrata giusta - sia essa una legge di natura o di pensiero o di moralità - non è difficile, riconoscere un’altra persona, Cristo, come legge suprema di tutta la propria esistenza, contrasta con vivacità”.
Eppure, nella culla di Betlemme la legge suprema di tutta la nostra esistenza si è fatta piccola, avvolta in poche fasce e bisognosa di tutto. Proprio così è iniziata, tanti secoli fa - e ancora inizia - l’esperienza di un grande amore.

BUON NATALE!