"Ed ecco la mia vita
Giunta sino all’orlo
Come un vaso d’alabastro
Infrango innanzi a Te
"

Boris Pasternák

“Recentemente abbiamo letto che mons. Sanchez Sorondo, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze in Vaticano, ha detto che «è la Repubblica Popolare Cinese la miglior realizzatrice della Dottrina sociale».
Che dire? La Dottrina sociale della Chiesa era e dovrebbe tornare ad essere strumento di evangelizzazione perché annuncia Dio e la salvezza, solo così si occupa del resto, cioè dei diritti dell’uomo, dei doveri dello Stato, dell’economia, ecc.
Ma se la Chiesa non difende più i principi non negoziabili, i valori morali, la legge naturale, non può difende più nessuno e nulla, né il povero né l’ambiente, ovviamente non difenderà la vita, la famiglia, l’educazione, nulla.
È evidente che la Chiesa si considera “parte del mondo”, sarà il mondo a evangelizzare in vece sua, proponendo criteri e soluzioni ‘mondane’. Se si permette di secolarizzare la pastorale sociale, non si risolveranno i problemi di giustizia, pace, fame, ambiente…  si permetterà piuttosto alla gnosi di sostituire il Cristianesimo nelle regole morali-sociali.
Se si sostiene che è la fattualità storica a spiegare la dottrina e la prassi, quindi a fare la verità, si sottomette la stessa verità a dei criteri tecnici, per cui sarà valutata solo in funzione dei risultati ottenuti, diverrà pragmatica e si conformerà ai modelli del mondo, corrompendosi.
Una riflessione ancora. Come si può organizzare un convegno su nuovo umanesimo ed economia sociale ad Assisi (dove avrebbe dovuto aver luogo nel marzo 2020) delegando le sessioni a maestri del neomalthusianesimo, ambientalisti, gnostici? Gli stessi che sostengono dottrine opposte a quelle cattoliche.
Tipo Unesco? Che diverrà il ‘nuovo bene comune’ facendo prevalere pastoralismo e prassi, ignorando dogmi e dottrina, con l’ansia solo di soccorrere ed accogliere migranti, fare solo carità materiale (ovvero solidarietà filantropica), indicare quale esempio le culture e religioni pagane che adorano idoli, ma che tutelerebbero l’ambiente naturale meglio del cristianesimo?
Ben più che la pandemia in sé stessa, le misure adottate dai governi e la conseguente destabilizzazione del quadro economico, sociale, giuridico-politico e geopolitico pongono questa crisi come momento d’eccezione.
I processi in atto sono straordinariamente rapidi, così che, dinamiche epocali come la secolarizzazione dell’Europa (sul fronte culturale), la crisi d’identità e di missione della Chiesa post-conciliare (sul fronte ecclesiale), il superamento del paradigma liberal-democratico verso quello liberal-radicale (sul fronte giuridico-politico-ideologico), la ristrutturazione del capitalismo, il tentativo egemonico globale della Cina capital-comunista (sul fronte geopolitico), il procedere dell’agenda transumanista, sono visibili nel loro avanzare anche proprio  grazie allo sguardo corto della cronaca.
Il primo documento di magistero di papa Francesco (Evangelii Gaudium) spiega che il peggiore dei mali sociali è la “iniquità” nella ripartizione delle risorse economiche. Il che equivale a dire che la miseria materiale è origine della miseria morale. Se questo è il convincimento del Magistero odierno, come non posso pensare di trovare in esso più nulla che assomigli ad una Dottrina sociale della Chiesa.
Se poi la Chiesa decide che non ha più nulla da insegnare, ma deve “uscire” e limitarsi ad ascoltare, che Dottrina sociale potrà mai proporre?
Il Covid è conseguenza di altre cause, ben più lontane nel tempo e più complesse da sintetizzare. Le vere cause si trovano nella negazione di leggi naturali, prime fra tutte quelle riferite alla vita umana ed alle nascite. È stato il crollo voluto delle nascite in occidente a generare una serie di effetti sempre più negativi (delocalizzazione accelerata in Cina, legata ai costi bassissimi di produzione, per far consumare sempre di più gli occidentali), l’ultimo dei quali è la pandemia. Frutto del caos conseguente alla negazione dell’ordine naturale del Creatore.
Il Signore ci chiede di cercare di santificare il nostro ambiente, non di fuggirlo. Dobbiamo convincerci che dobbiamo fare il nostro dovere di cattolici proprio nel nostro ambiente, non “nonostante il nostro ambiente - pieno di lusinghe e sirene”. Le sirene - tuttavia - sono indispensabili per metterci alla prova.
Se Cristo stesso ha permesso di esser tentato, è stato per insegnarci che nessuno può essere esente dalle prove e dalla necessità di scegliere.
Ciò detto, è certo che la dottrina di Cristo non è ‘popolare’, non genera ‘successo’ (apparente) sul piano umano, non è in sintonia con le mode del momento ed i gusti delle persone. Ciò che io trovo folle è che l’autorità morale insegni, o permetta di credere, che ci si debba astenere di insegnare ciò perché i tempi sono corrotti e sarebbe troppo difficile, se non impossibile, non cadere in tentazione e non lasciarsi attrarre dalle sirene.
Esattamente come se non si credesse più alla libertà/responsabilità dell’uomo e alla Grazia che rende possibile vivere secondo le esigenze del Vangelo resistendo a tentazioni superiori alle nostre forze umane.
Progressivamente, negli ultimi anni, ho ripensato e riflettuto sui doni dello Spirito Santo, partendo dal dono dell’Intelletto, intuendo che, per mezzo di questo dono, ci è concesso di conoscere i misteri di fede anche difronte all'insegnamento sbagliato di un eventuale pseudomagistero di cattivi Pastori.
Ma è evidente che, mediante il dono dell’intelletto, un cattolico di criterio può ricevere una conoscenza più profonda sui misteri rivelati e sul comportamento conseguente da tenere di quella che potrebbe essere insegnata secondo le mode teologiche dagli uomini di Chiesa d’oggi.
Il dono, poi, di sapienza, non ci insegna forse a comprendere ogni avvenimento dentro il piano provvidenziale del Creatore? Persino arrivando a partecipare, in quanto creature, alla visione che Dio stesso ha del creato!
Che ci sia il rischio che, all'interno della Chiesa, qualcuno venga ammaliato dalla sirena cinese, da quella gnostica, dalla sirena malthusiana, dalla sirenetta ambientalista, ma soprattutto da sirenette eretiche, è possibile.
Resta fermo che Dio ci ha dato doni di intelletto e di sapienza per tapparci le orecchie o cambiare rotta e non ascoltare il loro canto ammaliatore.
In questa tendenza si colgono subite delle macro-conseguenze generali pericolosissime.
Esse riguardano prima di tutto la famiglia.
La famiglia è stata, ed è, osteggiata perché compete con lo Stato il quale non vuole che la famiglia impartisca ai suoi membri un’educazione individuale, soggettiva, troppo pericolosa nel Globale che deve avere culture uniformi.
La famiglia in tal senso è considerata sovranista, egoista… Va distrutta.
Ma la lezione è semplice per chi vuole capire: se ignoro le leggi naturali della Genesi divina, rompo l’equilibrio, come aprire il “vaso di Pandora”.
Se voglio produrre caos, basta ignorare e contraddire l’ordine naturale delle cose.
- Ne deriva un uso ambiguo del termine ‘umanesimo’.
Ci può essere un umanesimo senza Dio, senza cioè il Creatore di ciò che è l’umano?
L’umanesimo cristiano si fonda sulla conoscenza della natura umana (fatta di anima, corpo, intelletto), sul dogma del peccato originale, sulla necessità della redenzione, dei Sacramenti e della Grazia.
La crisi della Cristianità, facendo eclissare la verità del peccato originale e della redenzione, ha anzitutto disumanizzato il vecchio umanesimo cristiano, permettendo che esso  venisse  mistificato dal luteranesimo ( il quale , mentre giustifica il peccato , dichiara corrotta la natura umana e-soprattutto-  rifiuta la ragione come inerente alla fede), dal Giansenismo , là ove  nega il libero arbitrio, dal cartesianesimo (che nega leggi naturali ed autorità), dal Rousseaunismo ( con il suo il mito del buon selvaggio).
Ora mi pare evidente che, quando oggi si parla di nuovo umanesimo, lo si fa non riconoscendo proprio il fatto oggettivo della Creazione, del peccato originale e della Redenzione.
Da qui deriva ogni corruzione morale.
Soprattutto deriva il convincimento che sia la miseria materiale a creare miseria morale.
In questa accezione, usare il termine ‘umanesimo’ non è che escogitare un banale trucco per giustificare il materialismo dell’uomo moderno e le sue debolezze morali, separando corpo ed intelletto, ignorando l’anima, separando la fede dalle opere, negando virtù e meriti.
Per concludere soffermiamoci un momento a riflettere su quello che è il ruolo della prepotentemente emergente ‘nuova filantropia’, cioè la “carità senza la verità”.
Essa sembra cercare di soddisfare l’essere umano nel suo bisogno di aiuto provvidenziale con la provvidenza privata chiamata a sostituire, disintermediare, quella religiosa.
La filantropia si inserisce tutt'un tratto nel sistema che stiamo osservando e vivendo, con la pretesa di dimostrare che la     ‘carità’ laica è più efficiente di quella religiosa (per colpa di quella religiosa, che spreca, dissipa, persino, a volte, corrompe). La filantropia è uno strumento ancora poco comprensibile, è sicuramente “immagine per fare business”, gode di esenzioni fiscali elevate (credito d’imposta fino al 50%), vale una cifra elevatissima (300Mld$). Ma si direbbe orientata anch'essa al controllo delle nascite e all'immancabile tutela dell’ambiente.
Essa è totalmente in mano a tycoon gnostici. Forse questo meriterebbe attenzione.