"Ed ecco la mia vita
Giunta sino all’orlo
Come un vaso d’alabastro
Infrango innanzi a Te"
Boris Pasternák
Nel Giugno di dieci anni fa, compivo cinquant’anni e diedi una gran bella festa.
Sembrava tutto fantastico e le fatiche e i travagli dei lunghi anni precedenti, allietati da nascite, incontri e altrettanti momenti memorabili, apparivano come un grande, unitario e, assieme, ragionevole, se pur sempre ricco di giusto senso del Mistero, scenario.
La cronaca quotidiana, colta qua e là dalla lettura dei giornali o dall’ascolto dei telegiornali, se non fosse drammatica, sarebbe veramente esilarante.
Se, come diceva Romano Guardini, è diffusissimo l’atteggiamento di chi adotta la fede come “forma religiosa della propria autoaffermazione personale”, allora diventa comprensibile tutta una serie di cose, da parte dei sedicenti cristiani.
Ancora le verità che non abbiamo voluto ascoltare.
E intanto migliaia e migliaia sono morti.
Trascrivo parti dell’intervento del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin durante l’incontro con i vertici del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa il 14/6/2024.
Sabato 15 giugno mi trovavo nella chiesa di Medjugorje, in attesa della messa delle h.11, celebrata in italiano.
La bambina, forse 10 anni appena, sgranandomi in faccia gli occhioni stupiti per il fatto di averle domandato se veniva suo papà, a prenderla con la mamma, al ritorno da Medjugorje, in aeroporto, mi scandiva forte e chiaro, un po’ compatendomi: “Io non ho un papà”.
Dal 5 all’8 Giugno u.s., a San Pietroburgo, si è svolto il XXVII Forum Economico Internazionale (SPIEF).
La notizia è venuta in mio possesso leggendo on line gli aggiornamenti dell’ambasciata russa in Francia.
Pubblico volentieri la seguente recensione di Stefano Fontana all’ultimo testo di Maurizio Milano.
“Presento e invito ad acquistare e leggere il libro di Maurizio Milano appena uscito: Il pifferaio di Davos. Il Great Reset del capitalismo: protagonisti, programmi e obiettivi, D’Ettoris Edizioni, Crotone 2024, pp. 333, Euro 23,90.
Il testo che segue è estratto da un volume intitolato “Mia nonna e l’Imperatrice”, un libro di tanti anni fa che parla di una nonna la cui vita fu vissuta in contemporanea a quella di Eugenia de Montijo, ultima Imperatrice dei francesi, diventandone pure amica in gioventù.
Quanto accaduto recentemente a Genova con l’esplosione del caso Regione Liguria, ricorda tragicamente il caso Regione Lombardia di solo pochi anni prima.
Afferma, non senza legittimo orgoglio, un utente russo su Telegram.
Si sta riferendo all’ennesima manifestazione di cattivo gusto e di disgustosa esibizione del nostro nulla ‘occidentale’ andato in onda ad Eurovision 2024.
Riporto il suo commento per intero:
Viaggiando su e giù della Linea Gustav (tanto per restare in tema con quanto l’articolo qua riproposto giustappunto evoca) due giorni fa ho letto delle considerazioni che fanno molto riflettere, soprattutto in vista delle elezioni europee dette europee.
Quotidiani, trasmissioni radiofoniche e media in genere, cercano il ‘male’ sotto forma di nemico volta a volta additato dal padrone di turno.
Durante una celebrazione eucaristica recente, in cui si commemorava una persona i defunta, rilevando la totale inutilità di tanti particolari e di tante sollecitazioni da parte del sacerdote a ‘partecipare’ al rito, non ho potuto non sentire risonare dentro di me alcune parole dette con bonarietà da Ratzinger a riguardo della Liturgia. Bonariamente, non per questo però meno drammatiche.
In questa settimana ricordiamo la nascita (16 aprile 1927) e l’elezione a Pontefice (il 19 aprile 2005).
Non posso quindi che dedicare questa home page a lui.
Lunedi scorso ho assistito al pianto di una mamma mentre raccontava che - come nel mio piccolo ho tentato di fare anch’io - dopo aver dato la vita per i figli, ora uno di essi, quando finalmente - dopo tanto attendere - si è presentato a trovarla, di meglio da dirle nel salutarla non ha trovato che: “Mio Dio come sei vecchia e piena di rughe”!
(Mors et vita duéllo conflixére mirando: dux vitae mortuus, regnat vivus)
Scrivo oggi che è Pasqua.
Due giorni fa era ancora venerdì. Venerdì Santo.
Una bambina nata senza parete addominale, con l’intestino e tutti gli apparati che solitamente si trovano nell’addome, completamente all’aria aperta, tutelati da una pietosa garza messa loro sopra dall’infermiera che aveva assistito al parto.
Riflettevo , nel volgere al termine del periodo quaresimale
Patetico sentire e vedere tutta questa agitazione e questa domanda reiterata (chi sarà il/i mandante/i?) riguardo la scoperta delle migliaia di files intercettati dal finanziere Striano a prescindere dall’esserne stato ufficialmente incaricato.
La ‘cortina’ è di nuovo tra noi e stavolta non è quella di ‘ferro’ che ci opponevano i Paesi del Realismo Socialista, ma è quella di inchiostro, che ci calano i media occidentali e la loro informazione corrotta.
Non so cosa, meglio delle parole - che riporto - di un articolo apparso due giorni fa, possa esprimere quanto sta accadendo a due anni dall’inizio dell’inutile strage, qui, nel cuore della nostra Europa, mentre da ottobre gli fa eco la sorte di migliaia di membri del gruppo etnico palestinese, ai quali Israele continua ad infliggere condizioni di vita tali da provocare morte sicura, per fame o per malattie, quando non direttamente sotto le bombe.
Dal blog di Costanza Miriano
Per quel poco che capisco di teologia, la questione in gioco con Fiducia supplicans è - riducendola fino all’osso - una questione di fede.
Una piccola chiazza bianca, di forma rettangolare, con un altrettanto piccolo spuntone sulla sua sinistra che svetta verso l’altro nemmeno troppo elegante nella forma, questo è tutto quanto, ogni mattina, oltrepassando con lo sguardo i muri e i tetti delle cose prospicienti, i miei occhi scorgono nell’aprire le persiane.
In un suo recente articolo, un noto giornalista, fa notare come, oltre ad essere diventato un format come un altro, quello della politica in televisione (meglio: della politica da televisione).
di Benedetto XVI
In un determinato momento storico, si è pensato di poter “tornare alla semplicità dei Vangeli”, ritenendo che fosse ora di spolverare via da essi la patina dorata del dogma.
Liturgia - che cos’è propriamente? Che cosa avviene in essa? Quale tipo di realtà vi incontriamo?
Sabato mattina ho partecipato al funerale di un amico di poco più vecchio di me, conosciuto cinquantadue anni fa.
Ovvero, come dice Costanza Miriano: CDF Congregazione per la Dottrina della Fede = Congregazione per la Dottrina della Farsa.
Poco tempo fa - la vergognosissima e inqualificabile guerra in Ucraina era già in corso - in TV hanno dato “Ogni cosa è illuminata”, film tratto dal libro di J.S Foer.
La vicenda narrata si svolge esattamente in Ucraina, in tempi non sospetti, dopo la caduta del Muro quando la circolazione tra Est ed Ovest era ormai agevole.
ET LUX IN TENEBRIS LUCET ( Giov 1, 1-10)
Dal VII secolo, in Irlanda, si moltiplicano le croci.
Croci intagliate in lastre di pietra, che formano una sagoma nel cielo solo da due lati, le cui figure, quando ce ne sono, risultano appiattite e senza modellato; croci che non mostrano che pochi intrecci, e, infine, croci che sono grandi monumenti, dai tre ai quattro metri di altezza.
Essere costretti quasi tutto il giorno su di un divano, involti da una coperta impietosita delle nostre ossa rotte, mentre, febbricitanti, attendiamo che passi il malanno traditore, può avere un lato istruttivo.
Giovedì prossimo, 7 Dicembre, si inaugura l’anno lirico della Scala di Milano.
È, come da tradizione, il giorno dedicato al patrono di quella città: sant’Ambrogio.
Riporto l’articolo di qualche giorno fa apparso von il titolo "Un po’di silenzio" di Marco Travaglio.
Anche qui si parla della questione dell'uccisione tra i due fidanzati friulani.
Ma il punto dolente vero della questione, è quanto in questo articolo viene amaramente messo in luce in conclusione.
Pensieri di una nonna per un nipotino che sta per nascere
I tuoi genitori sono là in Ospedale a fare il tifo per te, per questa impresa gigantesca che tuti abbiamo attraversato una volta e che nessuno di noi ha mai ricordato: la nascita.
Tra un‘immagine più devastante dell’altra che ci viene fatta sfilare sotto gli occhi in questi giorni di ennesima guerra, quella contro la striscia di Gaza- come se non ci fossero bastate quelle dell’altra insensatissima guerra in Donbass - una mi ha colpito in modo particolare.
Terza e ultima parte dell’importante intervento sul Sinodo sulla sinodalità e sulla minaccia da esso rappresentata per la Chiesa.
La Gli eventi di un processo nel tempo sono prassi. Alcune parole-chiave della nuova sinodalità, come ascoltare, integrare, condividere, non indicano contenuti ma atteggiamenti, azioni, ossia prassi. In questa prassi, l’agire delle singole persone convocate e l’agire della collettività convocata si congiungono in sintesi dialettica, il particolare e l’universale coincidono nel globale: un centinaio di persone, supposte cattoliche, costituiranno la nuova sinodalità.
Un aiuto a riflettere sulla pregiudizievole attività sinodale in corso. A cui seguirà una successiva articolazione dedicata al medesimo argomento dall’autore Stefano Fontana, dell’ Osservatorio per la dottrina sociale della Chiesa Van Thuan, alla sinodalità come prassi e sinodalità come procedura.
Il commovente e pertinente testo integrale della lettera del Cardinale Joseph Zen Ze-kiun, S.D.B., Vescovo emerito di Hong Kong (Cina), indirizzata ai vescovi e cardinali che partecipano ai lavori del Sinodo. Ricordiamo che il Card. Zen è uno dei firmatari dei Dubia inviati a Papa Francesco riguardanti alcuni punti cruciali del Sinodo stesso.
Anni fa durante uno dei miei giri solitari, per turismo e per dimenticare, mi trovavo seduta ad un tavolo di ristorante carino, a Narni.
Trovo puntuale precisa questa riflessione in merito al tunnel nel quale la Chiesa si imbucherà dal 4 ottobre per ben due anni
Di Stefano Fontana
Il 13 di settembre ultimo scorso, causa più che legittimo rimprovero dell’arcivescovo di Colonia ad un suo sacerdote per aver impartito una benedizione ad una coppia gay, un gruppo di sacerdoti ‘dissidenti’ hanno organizzato e celebrato sulla porta della cattedrale una benedizione di coppie dello stesso sesso dinnanzi a 400 persone.
Ancora le parole del prof. Begato a conclusione di quanto apparso qui la settimana passata
Anziché scavare nel tema degli stereotipi preso in se stesso, preferisco spostare il focus della riflessione ed esplorare in che modo si potrebbe purificare il nostro sguardo sugli stereotipi. Per fare questo, mi lascerò guidare da una pagina illuminata di Romano Guardini.
Riproduco qui la prima parte (seguirà la seconda la prossima settimana) di una lezione tenuta dal prof. Begato.
Testo che reputo puntuale e fondamentale circa (cito il titolo da lui scelto) “Il problema degli stereotipi davanti ai tormentoni LGBTQ+ e Woke”
"Il mio ricordo nella preghiera, con l’augurio di mantenere sempre viva la speranza!"
E poi sotto, piccolino e stortignaccolo perchè lo spazio su cui scrivere era finito, ”Di cuore la saluto”.
Firmato suor Maria Grazia sdc.
Un bel mattino ci si sveglia e, anche se le solite cose sembrano al solito posto, tutto è cambiato.
Così, ascoltando omelie dove il sacerdote quarantenne cita come esegesi alla Parola di Dio, Lacan, sbagliandone tra l’altro la definizione (Filosofo, invece di psicoanalista), una fedele qualunque si accorge che, lì, tra quei soliti banchi, non c’è più la solita Chiesa.
Accecati da una cultura del ‘risentimento’, una cultura fondata sulla perversione del concetto di ‘uguaglianza’, nessuno riesce a scampare al profondo e distruttivo romanzo di sé.
Poco tempo fa, mio figlio mi ha fatto dono di una sua raccolta di novelle, edita per i tipi di una piccola casa marchigiana.
Come mamma, non potevo che trovare bellissimo quanto lui scriveva, ma la cosa che mi ha colpito (e commosso), al di là del merito che altri più competenti di me riconosceranno o meno a questa piccola opera, è stata la dedica, di suo pugno, sulla prima pagina: “A mia madre, per avermi insegnato l’amore per i libri”.
Oggi (il 10 Giugno per chi scrive) sono esattamente 60 anni dal 10 Giugno del 1963, giorno in cui Kennedy si espresse in maniera folgorante ed insuperabile - secondo l’espressione di Jeffrey Sachs, di cui riportiamo un articolo dedicato - per illustrare la sua formula per arrivare alla pace con l’allora URSS.
Dopo eventi truci come l’assassinio di Senago di qualche giorno fa, si scatena tutto un mondo di saggi pensatori e sdegnati stigmatizzatori del male.
Altrui.
Una bella mattina dell’anno 399 a.C. un figlio sta andando a denunciare il proprio padre
Siamo ad Atene, presso il Portico dell’Arconte Re, il magistrato preposto all’esame delle cause di natura religiosa.
Vedendo la parata di capi di governo del G7 ad Hiroshima, tutti schierati a confermare il presidente USA della loro fedeltà, come tanti burattini imploranti e
Se qualcuno avesse bisogno - di tanto in tanto - di chiarimenti sul metodo tortuoso e ambiguo a cui i Gesuiti fanno regolarmente ricorso, come loro specifica connotazione, nel rivolgersi al mondo circostante, basta cogliere al volo uno degli ultimi Angelus papali.
La Chiesa locale e non è in fermento per l’attesa del prossimo concilio dei Vescovi sulla ‘Sinodalità’.
Il paradosso continuo e generale in cui la venuta di Cristo ha gettato l’ordinaria umanità che ci costituisce non cessa di tragicomicamente dirompere nel tempo e nello spazio!
In entrambi i casi si è trattato di riflessioni sulla famiglia.
Anzi, sul legame, tutto speciale, unico e misterioso, che si instaura tra individui per il fatto stesso di essere una famiglia.
Inizia quella settimana, la Settimana santa, in cui più drammaticamente viene offerta alla nostra sensibilità desensibilizzata la contemplazione del dolore, del tutto è
perduto, ma, anche della luce di una possibile speranza.
Leggendo un saggio sui primi passi della civiltà russa, avvenuti con la conversione al cristianesimo della Rus’ di Kiev nel X secolo, qualcosa mi ha impietosamente spinto a paragonare l’insipienza degli attuali capi della Kiev di oggi con la svolta invece intelligente di quelli di allora.
di Stefano Fontana
Il decennio del pontificato di Francesco che cade in questi giorni ha creato un considerevole sconcerto. È come se qualcuno fosse intervenuto a scompigliare tutte le carte in tavola, lasciando tutti senza parole sia per il metodo adoperato sia per i nuovi contenuti riguardanti punti molto sensibili della fede cattolica.
Vorrei evidenziare l’importanza dei contributi che il prof. Giovanni Lazzaretti continua a dare riguarda la pasticciata versione sulla guerra in Ucraina somministrataci quotidianamente dai media filo-americani, cioè servi
Molto consolante constatare che per un medioevale, come fu Guglielmo di Saint-Thierry, (1085-1148) la normalità è la virtù, ovvero il fatto umano come coincidenza col bisogno di essere buoni.
Continuo a riflettere sull’Antifona alla comunione della Messa di stamani, prima Domenica di Quaresima: "(…) scuto circumdabit te veritas eius".
Presa dal salmo 90, viene tradotta con "la Sua fedeltà ti sarà scudo".
“Credevo fosse amore, invece era un calesse”, non indica solo lo stato confusionale dei due protagonisti del film di Massimo Troisi.
Quello che più ci sconcerta, non è tanto vedere male azioni - per quanto questo sia sempre brutto - e la nostra relativa impotenza a fermarle.
Ciò che veramente ha il potere di sconcertare è la mancanza di senso logico. Del male, cosiddetto, come anche dell’altrettanto cosiddetto bene.
La bellezza a cui non osiamo più credere e di cui abbiamo fatto
un'apparenza per potercene liberare a cuor leggero
Il più delle volte ci si innamora, amando ‘i nostri stessi sogni’ come riflette Sof’ja Tostana, andando a ripescare, dopo solo due settimane di matrimonio, il suo vecchio diario, diario che - come afferma lei stessa - pensava non avrebbe mai più dovuto trovar posto nelle sue giornate, da quando, fresca sposina, troneggiava accanto a lei la presenza di un marito.
Impegnata nel rito del caffè mattutino, provando ad indovinare quanto tempo ci sarebbe voluto perché mi risvegliasse voglia ed energia sufficienti ad iniziare la giornata, l’occhio mi è caduto, vicino alla tazza fumante, sul libro appena arrivato e lì posato.
Dal dicembre 2012, ultimo Avvento con Benedetto XVI, non ero più riuscita a copiare ed archiviare qui nel mio PC le cose belle che lui ancora - per nostra fortuna - andava dicendo e che io leggevo sull’Osservatore Romano a cui ero abbonata.
Riporto qui un passo del Gesù di Nazaret, volume pubblicato nel 2007.
Il primo volume pubblicato, come gli altri due dedicati anch’essi alla figura di Cristo, è ricchissimo di contenuti che - in quest’ora della sua recente dipartita - ci restituiscono un po’ della grandezza di papa Ratzinger.
L’espressione "Sulla porta di Pasqua, ma non ancora dentro", narrava il fratello di papa Benedetto XVI nel libro uscito nel 2011, è diventata - dal giorno del suo Battesimo, la metafora di tutta la sua vita, che - prosegue Georg Ratzinger - "fin dall’inizio è stata una metafora pasquale".
Leggevo e rileggevo questa frase ogniqualvolta passavo sul cavalcavia tra la Triennale e via Venti Settembre, a Milano.
Qualche spiritosone l’aveva dipinta sul muretto che fiancheggiava il marciapiede.
Dopo un giro di due giorni, tra vie e vetrine un tempo nemmeno troppo remoto, illuminate e decorate con qualcosa di simile alla passione dettata dalla letizia, oltre che dal business, mi sento di definire questo, come il Natale più trash della mia vita.
Qui, nello specifico, i condizionamenti o - come dice l’autore - le ‘variazioni’ della Dottrina Sociale della Chiesa in seguito ad una determinata linea interpretativa del Concilio Vaticano II.
(sottolineature mie)
La questione principale per chi affronta il tema del Vaticano II è di stabilire se esso costituisca in qualche modo un problema in se stesso, o se i problemi sono nati dalla sua applicazione la quale sarebbe avvenuta con forzature, errori, fughe scriteriate in avanti.
Questo intervento di Stefano Fontana, sulle riduzioni portate avanti dai frutti del Concilio Vaticano II è più ampio di quanto qui riportato.
Ne proporrò più avanti altre parti.
Venerdì prossimo cadrà un anniversario di nozze celebrate tanto tempo fa, in una delle più celebri e belle chiese romane.
Un autore capitato per caso tra i miei libri narra la vita della propria nonna, coetanea della mia bisnonna.
Sempre per caso, questo libro si troverà tra le mie mani proprio in un giorno d’autunno e con una dedica autografa, datata all’anno stesso della mia nascita.
Quante volte ci siamo ritrovati seduti sull’angolo del nostro baule disfatto.
Da Le côté des Guermantes. (Prima notte a Doncières. Un albergo fiabesco e rassicurante), di Marcel Proust.
Jeffrey Sachs, uno dei più importanti economisti americani, professore e direttore del Dipartimento per lo Sviluppo sostenibile della Columbia University, è stato consigliere di tre segretari generali dell’ONU e domenica al Forum di Roma organizzato dalla comunità di sant’Egidio ha spiegato alcune cose di non proprio minima importanza.
La Chiesa post-concilio, e il sacerdote don Giussani nella fase due della sua vita, se pure in maniera - rispetto ad altri- più vincolata alla tradizione della Chiesa, hanno come obiettivo sostanziale il ‘dialogo’.
I giovani adolescenti in talare che sciamano correndo a fine lezione nel cortile di Venegono gridando “Deissmann! Deissmann!” - come ricorda Giussani, fissando nella memoria probabilmente solo un nome degli almeno due che nel ’36 vennero alla ribalta nel campo degli studi testamentari - sprizzano un’euforia che trapelerà sempre, in futuro, ogni qualvolta la questione in ballo sarà la parola ‘avvenimento’.
C’è stato un giorno, parecchi anni fa, in cui andai a Roma in auto con don Giussani.
Era il 19 marzo del 1979.
Seduta al fianco del guidatore stavo io, perché don Giussani si ostinava, nonostante le mie offerte, a starsene seduto dietro.
Ripensando - come alcune centinaia di persone stanno facendo i questo periodo - a Don Luigi Giussani, di cui il prossimo 15 ottobre cadrà il centenario dalla nascita, parecchie immagini, parole, fatti emergono nella mia mente.
“Sant’Agostino ha scritto: “Che cosa è lo Stato senza la giustizia, Null’altro che una banda di ladroni”.
Quando ho pensato a questo titolo, sinceramente non stavo realizzando che proprio con ‘balli’, ballerine e accademie di ballo, mi è toccato avere a che fare come ignara ulteriore testimone di cosa significhi un clima di sopraffazione e prevaricazione creatosi pure qui, da noi, in Italia, dove siamo tutti convinti di vivere in un regime politico che si chiama ‘democrazia’.
di Giovanni Lazzaretti
La guerra d’Ucraina c’entra parecchio con le elezioni, ma per capirlo bisogna rifare un minimo di storia. Condensatissima, lo prometto.
Rivolgo un caro saluto, dopo la sbornia della arsura estiva, a chi accende il PC e si concede un piovoso (almeno dove sono io, piove) ritorno alle carlapensate.
Afflitta dal grande caldo di questa torrida estate, trovo un po’ di conforto a leggere con quale e quanta ostinazione un caldo altrettanto torrido non riusciva ad impedire al mitico Heinrich Schliemann di salire, scendere, arrampicarsi e fare avanti e indietro lunghi sentieri a dorso di ronzini, in questi stessi questi giorni esattamente 154 anni fa, alla ricerca di Troia.
Mettersi, d’estate, a osservare le stelle accade quando sopraggiunge la notte.
Quando una persona si trova in un luogo dove non vorrebbe stare, capita che si metta, la notte, ad osservare le stelle.
In questa estate assetata praticamente senza mai una nuvola, attendo tutto il giorno la sera per mettermi sul balcone a guardare le stelle.
Nella foto in bianco e nero, con qualche macchietta qua e là regalo del tempo, si vedono bene un grande paio di occhi spalancati spuntare dalla spuma di tulle dell'abito del battesimo, pochi giorni dopo la nascita. E si vede bene anche un sorriso, bianco come il tulle dell'abitino dipingersi a lato, sulla destra, quello della mamma.
Minuta, l’abito di un viola tenue e un paio di ballerine blu ai piedi.
Il collo piegato per un’artrosi inclemente e il taglio di capelli tutti grigi alla garçonne.
Impressionante leggere in un ‘intervista di un onorevole ‘cattolico’ e capo di una delle infinite formazioni partitiche succedute al crollo della vecchia Balena Bianca.
Una sera di tanti anni fa, Joseph Ratzinger si trovò ad una cena tra intellettuali riuniti in casa di Ernst Bloch, l’autore di Principio speranza, e accadde che la discussione si trovasse incagliata sul problema allora in espansione della droga. Ratzinger si sentì in dovere di commentare che nel Medioevo non esisteva un problema droga. Fu - come ricorda lui stesso - immediatamente gelato dagli sguardi attoniti ed infastiditi dell’uditorio.
Inviata ad un sito cattolico che riproduco perché apre il cuore
“Ho cinquantasette anni e sono stata atea per gran parte della mia vita, diciamo a esclusione degli ultimi due anni. Provengo da una famiglia di stretta osservanza socialista, e sebbene a suo tempo abbia ricevuto Comunione e Cresima (per non essere troppo diversa dai compagni di scuola), il catechismo non deve aver prodotto su di me un gran risultato dato che ho vissuto decenni di puro e mai annacquato convinto materialismo.