Saluti giunti ormai dall’al di là, infatti, quando due mesi dopo avermeli inviati, finalmente la lettera che li conteneva è giunta nelle mie mani, l’autrice era appena morta da due giorni. Io ce ne ho messi quattro a decidermi ad aprirla, questa lettera fuori tempo massimo, quasi convinta che - tanto - la scrivente ormai non avesse più nulla da dirmi, qualunque cosa scrivesse. Poi, ho aperto la busta e letto la lettera.
E senza avermi mai vista prima colei che, a milioni di km di distanza, aveva preso carta e penna per me, mi invitava a mantenere viva la speranza. Voleva innanzitutto ringraziare per quel rivolo di donazioni - arrivato anche per mezzo mio - allo sperduto ospedale, là in fondo al Camerun, che dirigeva da anni morendoci pochi giorni fa, e chissà come, parlando di cosa hanno bisogno loro laggiù - mezzi economici per contrastare la TBC - ha detto a me proprio ciò di cui ho bisogno io: tenere viva la speranza.
Un augurio che parrebbe superfluo ad un’occidentale a cui cibo e medicine - e persino i varietà in TV - non mancano, mentre chi tutto ciò lo sogna e basta quotidianamente, bè questi sí che hanno bisogno di sperare.
Invece, dopo i ringraziamenti che sorvoli, prima del saluto finale che non posso sorvolare, ha avuto l’ispirazione: non mi conosceva, ma sapeva che - forse - di sperare ne ho più bisogno io di tutti loro.
Vorrei iniziare (se poi riuscirò a portarlo ancora avanti) il mio scrivere su questo sito questo nuovo settembre, con una fine.
La fine di una lettera giunta alla fine di una vita. Fine che però guarda con passione al futuro.
Una suora, una donna e infermiera che non ho mai incontrato, se non nei racconti di altri, avendo dedicato una vita a sperare contro sofferenza e povertà nel suo ospedale, lascia a me la consegna di sperare.
Io, di mio poco avevo fatto: solo dire ad amici e conoscenti che laggiù, con 5 euro, si può fare un’ecografia. E che con un’ecografia si può diagnosticare la TBC a tanti bambini destinati a scoprire di averla solo da adulti. E quindi per allora, già condannati.
E qualcuno aveva risposto: è la ‘banalità’ del bene...
Una pioggia di tanti piccoli 5 euro è caduta su N’gaoundal.
E può continuare a cadere.
A tutti buon rientro e sia viva la speranza.