"Ed ecco la mia vita
Giunta sino all’orlo
Come un vaso d’alabastro
Infrango innanzi a Te"
Boris Pasternák
XII ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI
Si torna dalle (tardive, quasi insperate) vacanze e, se esse sono finite, c’è qualcosa che, invece, non finisce mai.
(Dalle Memorie di un sacerdote di cent’anni fa)
Dall'alluvione del libero pensiero la figura del ‘seminarista’ è uscita salva ma non indenne: malconcia per molti e svisata più di qualsiasi altra figura sociale: cosicché ha aspetto di rudere, di residuo, di superstite dell’ancien règime.
Metà e più delle crisi - coniugali, familiari, esistenziali, sociali e politiche - sono frutto di narrazioni che non hanno una uguale linea narrativa.
“Si sta / come d’autunno sugli alberi / le foglie”, diceva il Poeta.
Riempire scatoloni, per ora destinati ad un magazzino, poi - una volta costretta ad uscire di casa - chissà, è cosa quanto più quantistica si possa immaginare.
UN DIO CHE NON HA NIENTE DA DIRE
SFIDA LE NOSTRE SPERANZE
Quando è morta come una forsennata, ho cercato tra le sue cose lettere, ricordi, fotografie che quanto più possibile me la facessero ricordare con il sorriso.
Dover traslocare ha i suoi vantaggi: si deve metter mano a un ‘infinità di cose raccolte e archiviate.
"quando tutto va in confusione più che mai si sente il bisogno di attaccarsi a qualcosa di vero, di importante, di bello, di santo.
Per questo esistono i ricordi”
Premesso che il mercoledì, giorno del 10% di sconto per gli over 60 in determinati supermarket, a Milano
Cioè oggi, Morgan, il cantante e attore televisivo, come da articolo sul quotidiano, lancia l’appello a picchettare sotto casa sua per impedirne il pignoramento.
Quando penso alla devastazione del concetto di famiglia, anche là dove vengono sbandierate le più romantiche ed emotivamente avvincenti spiegazioni di essa, quando si assiste alla notizia (tre volte in due giorni) di creature di due anni ammazzati a calci e botte dai rispettivi genitori perché piangendo li disturbavano, si sente con certezza che essere uomini e donne non significa più nulla.
“Un giorno credi di essere giusto
E di essere un grande uomo
In un altro ti svegli e devi
Cominciare da zero”.
La piccola Anna si stava risvegliando da uno dei suoi sonni di bambina di nemmeno due anni, dopo una intera giornata passata a digiuno o quasi per via di una bua al pancino.
“Le donne hanno una visione così limitata della vita, il loro orizzonte è così ristretto, i loro interessi così piccini”!
Già solo il nome - in così aperto contrasto delle sue acque, a quanto pare, purissime e limpide - lo rende estremamente simpatico.
Se - come dice Oscar Wilde - ogni uomo uccide ciò che ama, Signore che pendi dalla Croce e poi dicono Tu sia risorto, allora forse ti abbiamo amato troppo…
Dobbiamo certamente - se qualcuno ce ne fa domanda - mettere in luce il perché e il percome di determinate scelte.
“Mi devi aiutare a non essere così infelice quando devo essere più forte di lui”.
Il ‘lui’ in questione è il diavolo.
Mi sorge l’obbligo di dire almeno un piccolo grazie a tutti color (e non sono la sola Patrizia) che - a distanza di un anno dalla nascita di questo ‘sito/blog’ che dir si voglia, hanno dimostrato - non essendo Patrizia appunto, di seguirlo e frequentarlo.
Era in pigiama.
E - come non ha mancato di rilevare il solerte agente quando, con ben 150 altri colleghi, ha fatto irruzione nel ‘covo’ - si stava mangiando una pasta al sugo, ‘coi pistacchi’.
Ogni consigliere esalta il consiglio che dà, / ma c’è chi consiglia a proprio vantaggio. / Guardati da chi vuole darti consiglio /
Perplesso Freud si poneva una domanda: ”Che cosa vuole una donna”?
Questa domanda Melanie Klein non se la pone: per lei il desiderio femminile, più di ogni altro, se è ancora possibile, è dominato dall’angoscia.
In questo Tu avevi ragione.
Il segreto dell’esistenza umana infatti non sta soltanto nel vivere, ma in ciò per cui si vive.
Senza un concetto sicuro del fine per cui deve vivere, l’uomo non acconsentirà a vivere e si sopprimerà piuttosto che restare sulla terra, anche se intorno a lui non ci fossero che pani.
Su di un foglio strappato della Settimana Enigmistica datata 6 dicembre 2018, scoperta per caso oggi all’interno di un libro, ho trovato scritto quasi un grido disperato: “L’impossibilità di credere a una grandezza che non ci appartiene”.
Amando molto fotografare, sia pure con un banale cellulare, alcuni mi hanno ripetutamente intimato di aprire un profilo Istagram.
Giacomo Leopardi
Pensava - a dire il vero - di essere un cinese.
"Quando arriviamo a Milano, se mi addormento, mi sveglia per favore?"
La famiglia Bélier era costituita da quattro elementi: tre sordomuti ed una persona, la figlia maggiore, l’unica normalmente udente e parlante.
Natale 1922
“Ecco qua, cara mamma, sempre eguale, fedele di anno in anno, il saluto della nostra ora delle sei, l’ora in cui è nato Cristo.
Sul finire dell’anno 2018, fatidico cinquantenario - in più sedi e da più voci fatto oggetto di memoriali - di quello che - alla luce della tristezza dell’oggi, nonché delle discoteche dove si va a morire (anche se le balaustre non crollassero e le uscite di sicurezza funzionassero) - fu l’anno della nostra dissipazione, il 1968, ho pensato di aggiungermi, fanalino di coda, al vasto coro generale.
La mattina, mentre apro le finestre, spesso lo sguardo mi si imbatte in un paio di biciclette con i loro cerchioni arancio brillante, abbandonate sul marciapiede di fronte.
Quando anche l’ultimo dispiacere ha trafitto i tuoi non più giovani anni, ecco tuttavia che, ancora, può accaderti di prendere un ascensore.
Ho creato un leggero imbarazzo a quartetto che si era fermato all’uscita della Galleria Vittorio Emanuele.
“E anzi... senza Cristo e contro la Chiesa che insidiava e impediva il progresso umano e della patria, si poteva fare bene, e meglio”.
È di forse appena qualche giorno fa la notizia - battuta da pressocchè tutte le agenzie di stampa, almeno quelle del mondo civilizzato - della assoluzione dopo quasi 10 lunghissimi anni di una cristiana, Asia Bibi, pakistana ingiustamente accusata di blasfemia e condannata, nei primi gradi di giudizio, a morte per impiccagione.
Camminavo per una via del centro qualche mattina fa, quando mi sorpassa un terzetto: mamma, bambino per mano e amica della mamma.
È evidente che non va da nessuna parte.
Altrettanto evidente che nessuno lo aspetta.
(Benedetto XVI)
“L’avete visto bene il catenaccio”?
A mio padre piacevano i bisticci di parole e, per lui, scherzare era storpiare termini convenzionali con altri approssimativi, ma acusticamente simili a quelli veri sottintesi!
A noi interpretare e sciogliere l'enigma.
Una crede di stare facendosi un giretto in un grande magazzino, il più grande di Milano, e lì, tra scintillii di oggetti superflui quanto allettanti, lasciandosi trasportare dalla gente che si aggira carica di desideri inespressi in cerca di forma nella merce sciorinata a destra e manca, improvvisamente ti imbatti, invece, nel diavolo.
Si chiama mareggiata, ed è quando, soprattutto d’inverno, il mare ritorna quello che è: una forza della natura.
Tu, senza parere e senza pensare ci passeggi di fronte, ed ecco che d’un tratto ti accorgi che sul ritmo delle onde è in corso una sorta di concerto.
Ho cominciato a scorrere la rivista stampata dalla Comunità di recupero che avevo appena visitato, mentre - dopo due ore di macchina - stavo deglutendo un toast bruciacchiato in un bar.
Mi sono infervorata nella lettura e, mentre scorrevo i nomi degli elzeviristi, mi son ripromessa di scoprire presto anche la loro faccia, il loro sguardo.
“Aspetti… aspetti poi aspetti poi ti rompi”
Con queste lapidarie parole l’idraulico che ha chiuso alcune tubature tempo fa, a casa mia, e di cui ho il numero registrato affida il suo messaggio al proprio stato su Whatsapp.
E’ tornata Maristel.
Almeno, così ho capito che si chiama, la volta che glielo chiesi.
L’altra mattina presto, ero bloccata al semaforo col giornale in mano, aperto alla pagina incredibilmente liberatoria della Lettera/Denuncia di Monsignor Viganò, quando sento una vocina che mi apostrofa: ”Ciao”!
Pubblicità verità’?
Forse, per una volta tanto… Sì!
Questa immagine la incontro spesso da un po’ di tempo a questa parte, precisamente da quando mi sto trovando spesso ad attraversare il grande atrio della Stazione Centrale, piano biglietterie.
L’idraulico triste e il diamante che non brilla
Quando si parla di cosa è una cosa (per esempio una moglie, se sia un posacenere o altro) quando anche semplicemente ci attraversa la mente il dubbio su cosa abbiamo davanti, ecco che si sta spudoratamente, quanto irrimediabilmente, facendo metafisica.
Atto d'esistere, io & tu
Una cosa mi ha sempre colpito: tutto quello che non è NOI, ci disturba.
Meglio, ci spaventa, ci preoccupa proprio.
Claudia e la bellezza
Tu la conosci Claudia?
Vorrei proseguire ad esporre perché le “Conversazioni” di un anno fa sotto l’Equatore mi interessino e mi interessi condividere il fatto che mi interessino.
Per questa settimana mi ricollego a quanto inizialmente accennato.
Sotto l’Equatore si può andare per i motivi più disparati (villaggi turistici, safari, sfruttamento giacimenti minerari, installazioni di multinazionali che sfruttino il lavoro locale).
Scritto Giugno 2008
Ritrovato Giugno 20018
(Benedetto XVI indice anno Paolino)
Era un assolato pomeriggio di Luglio, qualche state fa in Sardegna.
Fronteggiavo un bianco muro di calce in quella che era la camera di mia figlia, allora depressa, così diceva.
“Vi scriviamo, sempre nel desiderio di portare conforto alla vostra carità.
Coloro che abitano in queste regioni sono tutti pagani.
(Dante,Paradiso 31)
E’ giunto Maggio, il mese delle rose.
Il mese tradizionalmente dedicato a Maria, primo fiore, come la rosa dopo il lungo Inverno, della nuova stagione della vita.
La vita in cui è divenuto presente e compagno del nostro nulla Gesù Cristo.
Passato qualche giorno dal verdetto, l’immagine di quella donna anziana, la madre, in un cimitero di provincia, china sulla tomba della figlia uccisa a 20 anni trent’un anni fa, intenta ad incollare con lo scotch una sentenza di Tribunale sulla lapide, non passa.
Non mi passa.
Colum Mac Cann, scrittore contemporaneo irlandese trapiantato in USA, mentre descrive il suo inoltrarsi nel Bronx alla ricerca del fratello che aveva lasciato l’Irlanda prima di lui, si sofferma a dare una certamente non calcolata, ma -da buon irlandese- inconsciamente metafisica, valutazione:
“Osservare per un po’ l’immondizia serve a capire l’esatta forma del vento”…
Seduta ad un tavolino di un bar con un amico riapparso dopo anni, si discuteva di un recente pronunciamento fatto in alto loco: esiste il diavolo.
In contemporanea rilevavamo, però, che non più tardi di qualche giorno fa, sempre dall’alto loco -tramite terzi, in questo caso- si rendeva noto che l’inferno non esiste.
11/08/’07
Paris
Una cartolina dimenticata in un vecchio cassetto da colei, ormai sposata e ben lontana di qua, alla quale era indirizzata; una data, quella di un’estate di ben undici anni fa; una località di provenienza, “Paris”, scritta in lingua, chissà perché, dall’inviante, che poi ero io.
Trovata la cartolina, trovata una lontananza.
Tanti ‘problemi’ della questione religiosa e di fede contemporanea, della sua attuale miseria, andrebbero forse riletti alla luce di alcuni ‘abbandoni’ del Bello.
Con ‘abbandoni del Bello’ intendo quei passaggi impercettibili, pressocchè anonimi, accaduti avendo di mira il contrario di ciò che hanno poi prodotto.
La coppia giovane e indubbiamente occidentale, entra e si avvicina.
Nonostante la postazione da me accuratamente scelta da tempo, per tentare di seguire una Messa, la domenica, meno stile intrattenimento possibile, sia piuttosto nascosta, ecco che la coppia giovane, occidentale e con piccolina invece dai tratti somatici innegabilmente orientali al seguito, si sceglie la panca esattamente davanti alla mia.
Quarant’anni fa, all’ora di pranzo, il Tg comunicava il rapimento di Aldo Moro.
Studiavo dietro la mia scrivania e l’idea era quella di pensare al tal esame da dare entro breve in Università.
La triplice congiuntura elezioni e loro risultato (per me buono), ’festa della donna’ (per me superflua se la donna è veramente ‘come noi’) e Quaresima, mi ha costretto a riconoscere alcuni paradossi, uno dentro l’altro.
Li esprimo mescolando i concetti.
Fuori sta nevicando e -per quanto la latitudine resti quella di una città mediterranea- con un libro di Tolstoj davanti, osservando dalla finestra tutto questo bianco gelido manto, facilmente ti senti trasportata nella lontana Russia.
Sei, inevitabilmente lì, in mezzo alla distesa immota e candida che sicuramente, in questo momento, ammanta Tula e Jasnàja Poljana.
Tornando ieri da un viaggio, anch’io, come altri circa quattrocentomila viaggiatori al giorno, ho varcato l’androne della Stazione Centrale di Milano.
Sulla mia/nostra testa, sospesa ormai da 8 anni, la piramide dedicata a Santa Francesca Cabrini.