Dal discorso del Santo Padre per l'apertura dell'Anno Sacerdotale
Venerdì 19 Giugno 2009
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Come dimenticare che nulla fa soffrire tanto la Chiesa, Corpo di Cristo, quanto i peccati dei suoi pastori, soprattutto di quelli che si tramutano in “ladri di pecore”(Gv 10,1ss.), o perché le deviano con le loro PRIVATE dottrine, o perché le stringono con lacci di peccato e di morte?
Anche per noi, cari sacerdoti, vale il richiamo alla conversione e al ricorso alla Divina Misericordia, e ugualmente dobbiamo rivolgere con umiltà l'accorata e incessante domanda al Cuore di Gesù perché ci preservi dal terribile rischio di danneggiare COLORO CHE SIAMO TENUTI A SALVARE.
Veneriamo la santa reliquia del cuore del curato d'Ars giunto qui a Roma, Un cuore infiammato di amore divino che si commuoveva al pensiero della dignità del prete e parlava ai fedeli con accenti toccanti e sublimi, affermando che “dopo Dio, il sacerdote è tutto!... Lui stesso (il sacerdote) non si capirà bene che in cielo” (cfr. 'Lettera per l'anno sacerdotale',pag.2). Coltiviamo fratelli sacerdoti questa stessa commozione, sia per adempiere il nostro ministero con generosità e dedizione, sia per custodire nell'anima un vero 'timore di Dio': il timore di poter privare di tanto bene, per nostra negligenza o colpa, le anime che ci sono affidate, o di poterle -Dio non voglia!- danneggiare.
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Il Curato d'Ars nel 1836, in anticipo netto sulla proclamazione del dogma dell'immacolata Concezione, aveva già consacrato la sua parrocchia a Maria 'concepita senza peccato'. E mantenne l'abitudine di rinnovare spesso quest'offerta della Parrocchia alla Santa Vergine, insegnando ai fedeli, che “basta rivolgersi a lei per essere esauditi” per il semplice motivo che ella “desidera soprattutto di vederci felici”.
Ci accompagni la Vergine Santa, nostra Madre, nell'Anno Sacerdotale perché noi sacerdoti possiamo essere GUIDE SALDE ED ILLUMINATE PER I FEDELI CHE IL SIGNORE AFFIDA ALLE NOSTRE CURE PASTORALI.
Amen!