"Ed ecco la mia vita
Giunta sino all’orlo
Come un vaso d’alabastro
Infrango innanzi a Te
"

Boris Pasternák

Alla Pontificia Università Lateranense

Un contesto come quello accademico invita in modo del tutto peculiare ad entrare di nuovo nel tema della crisi di cultura e di identità, che questi decenni pongono non senza drammaticità sotto i nostri occhi. L'Università è uno dei luoghi più qualificati per tentare di trovare le strade opportune per uscire da qs situazione. Nell'Università infatti si custodisce la ricchezza della Tradizione che permane viva nei secoli -e proprio la Biblioteca è uno strumento essenziale per custodire la ricchezza della tradizione- in essa può essere illustrata la fecondità della verità quando viene accolta con autenticità con animo semplice ed aperto.

Nell'Università si formano le nuove generazioni, che attendono una proposta seria, impegnativa e capace di rispondere in nuovi contesti alla perenne domanda sul senso della propria esistenza. Quest'attesa non deve essere delusa.
Il contesto contemporaneo sembra dare il primato ad un'intelligenza artificiale che diventa sempre più succube della tecnica sperimentale e dimentica in questo modo che ogni scienza deve pur sempre salvaguardare l'uomo e promuovere la sua tensione verso il bene autentico. Sopravvalutare il “fare” oscurando l'”essere” non aiuta a ricomporre l'equilibrio fondamentale di cui ognuno ha bisogno per dare alla propria esistenza un solido fondamento ed una valida finalità. Ogni uomo infatti è chiamato a dare un senso al proprio agire soprattutto quando questo si pone nell'orizzonte di una scoperta scientifica che inficia l'essenza stessa della vita personale.
Lasciarsi prendere dal gusto della scoperta senza salvaguardare i criteri che vengono da una visione più profonda farebbe cadere facilmente nel dramma di cui parlava il mito antico: il giovane Icaro, preso dal gusto del volo verso la libertà assoluta ed incurante dei richiami del vecchio Dedalo, si avvicina sempre di più al sole, dimenticando che le ali  con cui si è alzato verso il cielo sono di cera.
La caduta rovinosa e la morte sono lo scotto che egli paga a qs sua illusione. La favola antica ha una sua lezione di valore perenne. Nella vita ci sono altre illusioni a cui non ci si può affidare senza rischiare conseguenze disastrose per la propria ed altrui esistenza
Il docente universitario ha il compito non solo di indagare la verità e di suscitarne perenne stupore, ma anche di promuoverne la conoscenza in OGNI sfaccettatura e di DIFENDERLA da interpretazioni riduttive e distorte. Porre al centro il tema della verità non è un atto meramente speculativo, ristretto ad una piccola cerchia di pensatori; al contrario è una questione vitale per dare profonda identità alla vita personale e suscitare la responsabilità nelle relazioni sociali (Ef 4,25) Di fatto se si lascia cadere la domanda sulla verità e la concreta possibilità per ogni persona di poterla raggiungere, la vita finisce per essere ridotta ad un ventaglio di ipotesi, prive di riferimenti certi...
E' questa fatica che l'Università deve impegnarsi a compiere.

(...) Dio non è una parola vuota né un'ipotesi astratta: al contrario, è il fondamento su cui costruire la propria vita. Vivere nel mondo “veluti Deus daretur” comporta l'assunzione di una responsabilità che sa farsi carico di indagare ogni percorso fattibile pur di avvicinarsi più possibile a Lui, che è il fine verso cui tutto tende (1Cor,15,24)

(22 ottobre 2006)