Cordula
ovvero il falso ‘abbattimento dei bastioni’
Per quanto riguardo l’uso ‘improprio’ appunto del concetto di ‘abbattere i bastioni ‘ che si sta facendo oggi, ecco che lo stesso autore della fortunata espressione ci dice , a pag.12 di “Cordula”(da cui sto citando):”Non si può certo contestare al Magistero il diritto di usare parole come ‘aggiornamento’ e ‘dialogo’.
MA si può e si DEVE interpretare quelle parole sempre dal punto di vista della Croce, se si vuole evitare la confusione delle lingue ed “abbattere i bastioni di nuovi trionfalismi legati all’equivoco concetto della modernità del cristianesimo”.
Ed ancora: ”Il cristiano non sorvola sul contenuto della fede, non lo riduce a un superficiale mormorio umanistico, ma ne risponde pienamente e , con la grazia di Dio, lo presenta nella situazione della sua missione. Ciò significa con ogni possibile esattezza: “Smettetela con le vostre squallide trasposizioni dei misteri di Dio in moderne Nursery Rhymes; non fatemi una Basic Theology secondo la quale Dio non è più Dio, ma il presunto interlocutore di una commedia dove ‘il dialogo dà la misura’ che nasce unicamente dalla vostra ansietà di essere all’altezza dei tempi. Credete piuttosto a ciò che Io, il Signore , vi ho promesso: che lo Spirito del Padre vostro sarà abbastanza spirito ed donerà abbastanza spirito per dominare e salvare le vostre ‘situazioni’”.
Liberare il mondo dalla colpa è troppo a buon mercato.
Gli uomini così ‘liberati’ , sanno assai bene che tutto questo non è vero, che il peccato c’è, che essi stessi sono peccatori e che deve pur esserci una maniera effettiva per superare il peccato.
Una risposta è certamente in quel gioiello che si chiama Fides et Ratio:
“Ciò che è vero deve essere vero per tutti e sempre . L’uomo cerca una spiegazione definitiva, un valore supremo oltre il quale non vi siano né vi possono essere interrogativi o rimandi ulteriori.
Le ipotesi possono affascinare ma non soddisfano.
Viene per tutti il momento, lo si riconosca o no, in cui si ha bisogno di ancorare la propria esistenza ad una verità riconosciuta come definitiva, che dia certezza non più sottoposta a dubbio”.
Esattamente il contrario di ciò che insegna Rahner e la sua scuola.
Ma per non temere che la ‘verità riconosciuta come definitiva’, sia troppo al di là della nostra portata umana e quindi non sia solo un’ennesima illusione, occorre riconoscere-ed è la fede- che: “In Cristo- spiega Ratzinger-tutta quanta la legge, è adempiuta, quindi la morale per noi uomini, è diventata una vera, adempibile esigenza rivolta nei nostri confronti”.( Una compagnia sempre riformanda, intervento al Meeting per l’amicizia tra i popoli –I Settembre 1990)
Di nuovo, Balthasar: ”A ben vedere non esiste quasi più una ‘speranza(espérance)umana’, ma purtroppo soltanto e sempre la ‘fiduciosa’ aspettativa (espoir) di un avvenire migliore per il mondo.
Ma se i cristiani riconoscono di non essere tanti ‘anonimi’ coinvolti per motivi di sopravvivenza nell’attuale processo d’umanizzazione del mondo e della società , e riconoscono che le motivazioni rivelate e teologiche NON mantengono solo un valore ‘privato’ di carica ideologica ed emotiva, allora esiste un ‘caso serio: la Croce . Ogni teologia che (per una presunta ‘pastoralità) costringa ( chi ha mai detto che debbano contrapporsi?)la moralità alla carità, l’amore di Dio all’amore degli uomini, la cristologia ad una antropologia, o che sostituisca la cosiddetta ’impotenza’ di Dio per sostituirvi una vita più ‘razionale’ e più ‘sociale’ , allora non è più la sfida cristiana dell’amore, non è più il paradosso della debolezza fatta forza, non è la Pasqua”.